Le scriventi organizzazioni di imprese , Cna, Confartiginato e Confesercenti Taranto , stigmatizzano ancora una volta, lo stato immutabile della fallimentare gestione dei rifiuti attraverso la partecipata comunale. Gli anni trascorrono inesorabili senza una inversione di marcia e la preoccupazione aumenta a dismisura. In più occasioni abbiamo ribadito che non si può continuare a chiedere alle imprese, così come ai cittadini tutti, di farsi carico di debiti contratti per gestioni non oculate della azienda partecipata da Comune di Taranto.
Il pesante costo dello smaltimento in discarica, da più parti ormai inteso come stallo medioevale, ci pone agli ultimi posti nella Puglia e anche nella stessa provincia, visto che in molti comuni è in atto la raccolta differenziata porta a porta con risultati anche oltre al 60%. Ma riteniamo che ora la situazione sia davvero cambiata; il testo di legge sulle partecipate, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016 dice molto chiaramente che le amministrazioni pubbliche con proprio provvedimento, determinano un’analisi dell’assetto complessivo delle società in cui detengono partecipazioni, dirette o indirette, predisponendoun piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione.
Tutto questo impone da subito, senza perdere tempo alcuno, di porre in agenda un adempimento del Comune che arrivi a delineare il futuro del servizio pubblico che non può stare dietro ai comunicati stampa che da anni parlano di crisi, di debito di 50 milioni, di debito previdenziale, con la raccolta differenziata che trova sempre puntuali osservazioni negative della Legambiente, di varie associazioni, dalle opposizioni consiliari, e per ultimo dallo stesso Ministro Galletti che in sede di audizione al Senato boccia Taranto.
E tutto questo mentre incombe sui cittadini ed imprese il pagamento del 100% dell’inefficienza, della mancanza di un piano straordinario e con il pagamento, peraltro scontato dell’ecotassa. Il ministro parla di grandi imprese, facendo riferimento a situazioni italiane positive che ricadono sui cittadini con servizi efficienti e tariffazioni puntuali e minori; dove non vi sono stipendi facoltosi dei dirigenti pubblici, tutto riconducibile a scelte fatte dalla politica in tempi anche non recenti, mentre su di noi incombe l’incuria onerosa.
Crediamo che sia davvero arrivato il momento di fare la massima chiarezza e adottare con la massima trasparenza i provvedimenti dovuti per risolvere questa mostruosa situazione senza cercare invece di tirare a campare sino alla fine del mandato per poi passare il cerino acceso al prossimo consiglio comunale o sindaco. Questa situazione è davvero esplosiva sul piano sociale.
A seguito delle ricorrenti ed allarmanti notizie di stampa ed alla luce della imponente massa debitoria è urgente e quanto mai doveroso che il massimo responsabile della Amministrazione Comunale si impegni personalmente, chiarendo una volta per tutte alla cittadinanza l’intera situazione riguardante la problematica della gestione della Municipalizzata Amiu e dei relativi servizi indispensabili per la nostra città e per le imprese in generale.
Continuare a sfuggire, a delegare e ridelegare altri, non serve a niente caro Sindaco. La bomba AMIU resta, anzi peggiora ogni giorno, e le conseguenze saranno come sempre tutte a carico del cittadino e dell’imprenditore. Sindaco batta un colpo su questa storia, perché la storia, poi, quando verrà letta sarà come sempre impietosa.