Falso, truffa e abuso d’ufficio. Sono questi i capi di imputazioni che pendono su nove imputati (uno è deceduto), per i quali il sostituto procuratore della Repubblica di Taranto, Remo Epifani, ha chiesto il processo. Secondo l’accusa, alcune aziende private che si occupano di fornire dispositivi medici protesici sulla scorta di prescrizioni mediche, avrebbero certificato l’effettiva esistenza di visite mediche ospedaliere, corredate da prescrizione, presso ospedali di Puglia e Basilicata, per aggirare i piani riabilitativi che prevedevano convenzioni con strutture pubbliche per la prescrizione dei dispositivi. Si tratta nello specifico di sette medici ortopedici e del titolare di una azienda fornitrice di dispositivi medici protesici. I presunti illeciti, risalgono agli anni tra il 2009 e il 2011, e sarebbero stati oggetto di una serie di indagini partite a Taranto a cura dei NAS, e testimonianze da parte di pazienti. Questi ultimi, avrebbero smentito di aver svolto visite mediche presso strutture ospedaliere, affermando di invece di averle svolte presso ambulatorio oppure nell’azienda stessa che distribuiva protesi.
Come riporta il Quotidiano di Puglia l’azienda che sarebbe coinvolta nella vicenda giudiziaria, è “Officine ortopediche Tombolini”, con il suo titolare Giuseppe Tombolini. I medici coinvolti tra Bari e Matera invece sono Maurizio De Campi di 55 anni, Giovanbattista Lacalendola 64 anni, Giovanni Battista Berloco 66 anni, Andrea Piazzolla 51 anni, Giuseppe Solino 48anni, per quanto riguarda Bari e provincia e poi Bruno Buono di 57 anni e Vincenzo Sangiovanni di 50 anni, originari della Basilicata.