Torniamo a parlare del nostro bel paesello, dalle belle porte urbiche e dalla quiete meravigliosa. Si, parliamo di Montemesola, la tanto rinomata “Oasi di Pace”.
Oasi di Pace, si vero, ci si conosce e tutti e i bambini ancora giocano felici per strada, almeno fino ai 10-12 anni, finché qualche anziano infastidito non esordisce con la oramai classica e inevitabile frase “Vai a giocare difronte casa tua”. E poi? Cosa offre in realtà il paese ai suoi cittadini? Nulla, ma in realtà potrebbe offrire tanto e per ogni fascia d’età e non solo pochi giorni all’anno. Ma nel corso di questo articolo analizzeremo tutto per bene, volta per volta.
E’ risaputo, Montemesola è prevalentemente abitata da una popolazione anziana, con le proprie abitudini, le serate e i pomeriggi di piazza, su di una panchina, o a giocare a carte dinanzi le sedi dei partiti (che ogni cinque anni diventano un’attrattiva unica) o dei circoli ricreativi. Due tabacchini, macellerie, pizzerie e cinque bar, i quali devono essere cauti nell’organizzare una serata particolare, altrimenti qualcuno del vicinato non esiterà a chiamare i Carabinieri per la musica troppo alta. C’è molto conservatorismo in paese, spesso la novità è vista in maniera quasi diffidente e ci si infastidisce molto facilmente, a differenza di altre località (e non andiamo molto lontano, Grottaglie ad esempio), dove la popolazione convive con le attività e le loro serate, e dove il tutto si svolge in maniera tranquilla. Dove c’è vita insomma, dove la gente la sera, si ferma per strada e gusta un buon panino da qualche ambulante, beve una birra e scambia due chiacchiere. Anche qui a Montemesola questo era possibile qualche tempo fa. Qualcuno si inventò un lavoro, con molto coraggio, dando vita ad una zona del paese un po’ insolita, ma oramai divenuta fulcro, agorà, della poca gioventù che resta. E ricordo che si organizzavano belle serate, con musica e altro, creando il mix perfetto tra persone che riuscivano a lavorare, e lavorando, regalavano una serata di svago a noi poveri giovani. Nulla. Montemesola ha perso tutto e continua a perdere tutto. Ha perso quel poco di nuovo che si era creato, e sta perdendo anche il vecchio che l’ha sempre caratterizzata. Pensiamo alle feste patronali. Da qualche anno a questa parte di San Michele è rimasto solo il rito religioso, con la tradizionale processione e il concerto bandistico che lo scorso anno si è tenuto su di un semplice palco, senza cassa armonica, come da sempre a questa parte lo ricordiamo. Montemesola sta morendo e chi tenta di fare qualcosa, si scoraggia. E andiamo un po’ indietro nel tempo. Lo scorso anno, in estate, si era per così dire, ricostituito il gruppo giovanile: tantissimi ragazzi si erano riuniti organizzando quasi ogni sera un’attività in ogni parte del paese. I cosiddetti “giochi di quartiere” che hanno regalato un sorriso e una serata diversa un po’ a tutti. Un impegno durato anche dopo la scorsa estate, infatti ricordiamo i ragazzi impegnati nell’organizzazione di mercatini nel periodo natalizio, e dell’indimenticabile presepe vivente, che abbiamo, a suo tempo, commentato con dovizia di particolari.
Poi abbiamo la Proloco, che a quanto pare vanta circa 90 soci, e che ogni anno, in estate, è impegnata nell’organizzazione delle tre giornate di sagre e del tradizionale Festival dei Baffi. Quest’anno abbiamo avuto modo di ascoltare le dichiarazioni del suo presidente Renato Bruno, che quasi amareggiato ha lamentato una mancata partecipazione del montemesolino, dal quale anziché collaborazione pervengono critiche. Ed è proprio su questo aspetto che voglio soffermarmi, mettendo in maniera bonaria (anche se sembra paradossale) un dito nella piaga. “Cultura”. Cultura è la parolina magica che anticipa tutto ciò che possa in qualche modo, far crescere. Cultura nelle sue varie accezioni, e Montemesola, culturalmente parlando, potrebbe offrire spunti non indifferenti. “Cibo” ed “enogastronomia”. Queste altre due paroline magiche, sono il perno dell’era attuale, la nuova attrazione (pensiamo all’Expo), che con cultura però non dovrebbero scontrarsi, ma coesistere. E un esempio plausibile sarebbe valorizzare il centro storico e la sua storia, con l’ausilio anche di percorsi tipici ed enogastronomici, unendo le forze, lasciando da parte varie appartenenze associative e non, ed agendo pro loco nel senso letterale del termine.
Una piccola comunità vive delle sue piccole tradizioni. E non sarebbe una cattiva idea lasciare spazio a chi vorrebbe in un modo o nell’altro, valorizzarle, trasmetterle, illustrarle.
Ma andiamo al succo della questione. Cosa potrebbe offrire Montemesola? Ma cosa offre in realtà? Cosa si potrebbe fare a Montemesola? E cosa si fa in realtà? Stiliamo un elenco di 10 punti:
COSA SI POTREBBE FARE A MONTEMESOLA
- CENTRO STORICO: Abbiamo un centro storico che ha il suo fascino, e conserva la struttura forse originaria in termini di ampiezza delle strade. Che poi abbiamo una fontana stilizzata che non c’entra nulla, ma questo è un altro discorso. Si potrebbe puntare molto sul nostro centro storico, organizzando in loco attività itineranti che possano riportarlo in vita e ripopolarlo.
- PALAZZO MARCHESALE: Il palazzo Marchesale è una delle bellezze dimenticate di Montemesola. Un tempo aperto ai visitatori e alle scolaresche, potrebbe diventare una vera e propria attrazione museale con ricadute occupazionali per il territorio, tenendo conto della presenza di giovani laureati e competenti.
- CHIOSCHI E PANINARI: Sembra un’assurdità ma non lo è. Chioschi e camioncini ambulanti, creano soprattutto in una piccola comunità, una vera attrattiva e un momento di svago per quanti la sera, vogliono gustare vicino casa un buon panino e chiacchierare con gli amici.
- GRUPPI DI CAMMINO: Montemesola per la sua posizione geografica offre la vista di uno dei panorami forse più belli, nella provincia di Taranto. Organizzare gruppi di cammino ad esempio, potrebbe essere un modo per sensibilizzare a stili di vita salutare, impiegando anche gli anziani in un’attività di svago. Il tutto, creando anche interscambi generazionali tra popolazione anziana e più giovani.
- GIOVANI: I bambini a Montemesola, una volta superata la fase del nascondino e di un due tre stella, si annoiano. Da un’indagine campione, facendo domande qua e là, è emerso che a Montemesola si inizia a fumare mediamente tra i 13 e 14 anni. Dando spazio ai giovani, incentivando le politiche giovanili, la partecipazione degli stessi, si potrebbero creare gruppi di lavoro dai quali potrebbero nascere idee, progetti, anche utili alla società. I giovani a Montemesola non hanno lo spazio che merita.
- CICLO PASSEGGIATE: sempre nell’ambito di uno stile di vita salutare, organizzare periodicamente ciclo passeggiate (e non venitemi a dire che abbiamo una pista ciclabile perché non basterebbero dieci articoli per parlarne), magari con interdizione del traffico nel centro storico (come avveniva un tempo) potrebbe essere un modo per rivedere il centro storico popolato e perché no, anche per rispettare l’ambiente.
- LA PIAZZA: questo è un altro tasto dolente. Da qualche anno a questa parte, la centralissima Piazza IV Novembre è divenuta un piccolo cantiere, e, lasciatemelo passare, un parcheggio elitario, per pochi eletti. La piazza dovrebbe essere chiusa al passaggio delle auto, perché non è strutturata per la circolazione di veicoli. Questo spiega la costante rottura della pavimentazione. Una piazza chiusa al traffico, potrebbe essere impiegata per mercatini, manifestazioni varie, abituando la popolazione al mancato passaggio, dunque senza stravolgere periodicamente la segnaletica, che già di suo lascia desiderare.
- TOLLERANZA: Le nuove attività insediatesi sul territorio, tentano giorno dopo giorno di offrire un servizio migliore al cittadino organizzando serate, eventi e quant’altro. Non è di certo bello vedere durante le serate i musicisti con l’ansia di finire il brano entro tre minuti per paura che il vicino possa allertare le forze dell’ordine. E’ estate suvvia, l’economia gira in paese, che sarà mai un po’ di musica che sfora di qualche minuto? Non è bello affacciarsi sulla via e vedere una Montemesola by night che si diverte e trascorre del tempo insieme?
- PARTECIPAZIONE: La partecipazione è un altro elemento essenziale. Bisogna partecipare ad ogni evento organizzato in paese, al di là del fatto che chi lo organizza ci sta simpatico o meno. Ci lamentiamo del nulla, e poi non ci siamo mai. Non importa essere necessariamente in prima linea, ma passare e dare un’occhiata non fa male a nessuno. Un esempio, è stato il simposio organizzato ieri in piazza, dove tutti, vestiti di bianco, cenavano al proprio tavolo. Erano tante famiglie diverse, ma sembravano una famiglia sola. La piazza sembrava una enorme sala da pranzo.
- NON ROMPERE LE SCATOLE: questo è un passaggio dovuto. Bisogna lasciare lavorare la gente, e questo si collega al punto 8. Tutti devono poter lavorare, e tutti allo stesso modo. Non importa quanti bar ci siano, e non importa a quale distanza. Lasciate fare. Questo significa dare slancio alle imprese. Lasciate che la gente organizzi eventi, convegni, non state a cercare il pelo nell’uovo, che cosa è, che cosa si fa, di cosa parlare, che gruppo siete. Se esistono davvero i punti di aggregazione comunale, nel comune di Montemesola, concedeteli ai liberi cittadini per organizzare e mettere su idee.
Questo in sostanza è ciò che con un po’ di collaborazione e buona volontà, si potrebbe fare a Montemesola. E sono stati elencati solo dieci punti, ma vi assicuro che ce ne sarebbero molti altri. Meno, e molto simili, sono le cose che in realtà si fanno a Montemesola. Non vuole essere una critica, premettiamo, ma è un’analisi di quello che realmente accade. Tralasciamo le tre giornate estive di sagre, dove obiettivamente la partecipazione è tanta, sia paesana che non, ma oltre le 3 giornate, dopo cosa si fa? Analizziamo giovani (quelli che sono a Montemesola) e anziani cosa fanno.
COSA SI FA IN REALTA’:
- Via Roma
- Sopra all’era (Largo Osanna)
- Panchina
- Muretto
- Dietro al campo (se cerchi un giovane lo trovi lì)
- Bar
- Sigaretta
- Dietro al campo
- Casa
- Grottaglie, Taranto, Martina Franca, Crispiano.
Sfido chiunque a discutere uno degli ultimi dieci punti. Purtroppo per noi, optiamo spesso per il decimo. Perché tutto quello che si potrebbe fare, non si fa. Ad andare via sono bravi tutti…. Ma vediamo, chi resta?
Se a Montemesola tutti potessimo lavorare, in tutti i termini ovviamente, lavorare come gruppo di persone, come associazioni, e anche come attività commerciali, bypassando la cattiva abitudine di non far guadagnare il paesano per rivolgerci al “forestiero”, forse potremmo crescere come comunità. Senza creare concorrenza, favorendo gli ambulanti, ovviamente nel pieno rispetto delle regole, favorendo i lavoratori. Se si organizzassero spesso eventi, permettendo ad un’attività locale di allestire uno stand, di vendere, DI LAVORARE, allora forse un po’ più di economia crescerebbe nel paese. E tutti potremmo dare qualcosa in più. E qui non si tratta di politica, che ha poco a che vedere con la cultura. Cultura, deriva da colere “coltivare”. Iniziamo da questo.