Se fossimo sarcastici e con una infallibile vena ironica, potremmo dire che finalmente ci sono riusciti. Finalmente la sinistra è riuscita a coronare il suo sogno, il grande progetto di tutti i tempi: imbavagliare la polizia. Ahinoi, qui di ironico c’è ben poco, poiché il caro PD non ha perso tempo dopo la sentenza di condanna della Corte Europea, a pensare una legge che regolamenti il reato di tortura. Si tortura, perché la sentenza di condanna relativa ai fatti di Genova, parla proprio di tortura.
E nel mentre il Partito Democratico si adopera per i nuovi disegnini, ecco spuntare SEL dalla penombra, con un’altra bella proposta, quella di porre codici identificativi sui caschi di ogni poliziotto, proposta tra l’altro, esaminata in Parlamento da ben due anni.
Ed è così che il Governo, la sinistra italiana che oggi rappresenta un’Italia che non di certo non l’ha scelta, cerca di lavarsi la coscienza, di redimere la propria faccia, “punendo” chi le fa da scudo. Imbavagliando la polizia. La Corte Europea condanna l’Italia, ma la colpa è della polizia. Perché invece non pensiamo e non ammettiamo, che la colpa dei disordini, è di chi è stato incapace in termini di organizzazione? Del Governo stesso per esempio? Ma qui in Italia, il bel paese in cui si condanna coloro che si difendono, e si intitolano aule della Camera a chi lancia estintori contro i Carabinieri, questo è scontato, e “l’inumana brutalità” giustamente la si attribuisce al lavoro dei poliziotti, che spesso e volentieri (se non sempre) sono lo scudo per difendere questi puritani oggi tanto scandalizzati e pronti ad introdurre la legge sul reato di tortura. Cosa, quest’ultima, che potrebbe anche andar bene, per garantire e preservare in qualsiasi circostanza la dignità di un uomo. Non è questo il punto, non è l’adozione di una legge il problema. Il vero problema è puntare il dito, innalzando un vero e proprio discorso ideologico di contrasto con le mansioni della polizia, in altri termini, quello a cui in un modo o nell’altro, determinati personaggi di sinistra hanno sempre ambito. Gli stessi, che tra qualche tempo, in visita all’Expo, vorranno essere sicuri di essere circondati da polizia, pronta a salvargli la pelle in caso di pericolo.
“Servitori dello Stato”, “Marionette dello Stato”, li hanno sempre chiamati gli antagonisti, adesso magari soddisfatti per quanto si propone. Parlando con alcuni poliziotti, molti di essi hanno espresso un sentimento comune. “Quello che facciamo lo facciamo per la gente, per la loro sicurezza” – hanno detto.
Nel fango, nel caos, con quantità assurde di vernice rossa addosso, con le divise di una vita (perché lo Stato dota di divise nuove solo quando politici di altri paesi giungono in Italia in occasione di qualche incontro politico); con pochi mezzi, la polizia c’è. E c’è per la gente. Per la sicurezza, quel termine che proprio non piace a questa a sinistra. E non è una frase fatta. Basta vedere quello che stanno facendo: la Corte Europea condanna l’Italia, e il Governo passa la patata bollente alla Polizia.