Già negli scorsi anni avevamo raccolto le segnalazioni di alcuni dei cittadini residenti e denunciato la deriva che aveva assunto quella che pure è una tradizione radicata: i falò, perché di più di uno si tratta e non solo al quartiere Salinella, non bruciano resti di potature bensì materiali la cui combustione produce fumi tossici: divani, materassi, mobili e ogni oggetto possa essere intaccato dal fuoco.
All’AMIU che in una sua nota ha affermato di essere già intervenuta “per rimuovere i rifiuti accumulati in diverse zone della città (in particolare nel quartiere Salinella)“, segnaliamo che ancora venerdì 6 marzo il materiale di risulta, tra cui spiccava accanto a mobili, pedane e resti di infissi, lo scafo bianco di un’imbarcazione, continuava ad essere accumulato nel piazzale della zona Cep prospiciente la clinica Villa Verde.
Se qualcuno avesse accatastato gli stessi rifiuti in Piazza Immacolata, sarebbero ancora lì?
All’AMIU chiediamo: quando saranno rimossi i rifiuti che giacciono indisturbati alla Salinella nello stesso punto da molti giorni? Quando assicurerà la pulizia della zona e vigilerà sui rischi per l’igiene urbana? Ci può fornire il calendario degli interventi programmati? O dovremo aspettare, come negli anni passati, che le cataste di rifiuti (divani, materassi, mobili) si trasformino in cenere con una combustione che produce fumi tossici? Che si aspetta?Cosa impedisce di svolgere “il lavoro al quale siamo chiamati dal nostro committente, il Comune di Taranto“, come riportava la sua nota?
Ci aspettiamo che l’Amiu intervenga per la rimozione.
E che i vigili urbani monitorino con attenzione la situazione nell’arco dei giorni che ci separano dal 19 marzo.
Vogliamo però cogliere l’occasione per sollecitare una rinnovata attenzione per la cura e il rispetto degli spazi comuni e per lanciare una proposta alla amministrazione comunale.
Considerato che il rito dell’accensione dei falò per la festa di san Giuseppe è così radicato in alcune zone dei quartieri tarantini, perché non destinare loro delle zone adeguate, in campagna e non a ridosso delle abitazioni, dove dare fuoco esclusivamente a legname e scarti di potature, garantendo anche la presenza di vigili del fuoco per la sicurezza dei partecipanti? Vigili del fuoco che sarebbero di grande aiuto per l’amministrazione comunale per l’individuazione, se ce ne sono, di aree idonee.
Al quartiere Salinella così come a Paolo VI o al Tramontone, non mancano ampi spazi di terreno incolto e si potrebbe ricondurre a legalità un fenomeno che, a oggi, vede la gran parte dei cittadini che risiedono a ridosso delle zone interessate dai falò, dover subire i disagi causati dall’accumulo di rifiuti, prima, e dalla combustione degli stessi, poi, sotto i loro balconi.
Fonte: LegaAmbienteTaranto.it