Sono cinque le macro aree d’intervento sulle quali è incentrata la pianificazione del Centro salute e ambiente di Taranto, che vede una integrazione delle strutture di Arpa e Asl per “dare una risposta immediata e condivisa alle tematiche di ambiente e salute”. Lo ha spiegato Lucia Bisceglia della Regione Puglia nel corso di una conferenza per presentare i primi dati della struttura tarantina e alle implicazioni del decreto sulla ‘Terra dei fuochi’ alla quale hanno partecipato il governatore, Nichi Vendola, l’assessore regionale alla Salute, Donato Pentassuglia, il nuova manager dell’Asl Taranto 1, Fausto Rossi, il dirigente di Arpa Taranto, Roberto Giua e il responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Asl, Michele Conversano. Il centro, partito con una dotazione finanziaria di 13 milioni di euro, integrata un mese fa con altri 4,2 milioni e l’estensione delle attività ai territori di Brindisi e Lecce, è stato avviato lo scorso primo settembre per valutare la correlazione tra esposizioni ambientali attraverso tutte le matrici e gli effetti sulla salute umana. La struttura ha avviato attività di monitoraggio e ricerca e le relative dotazioni strutturali e infrastrutturali.
LE AREE DI INTERVENTO – La prima macro area è dedicata al monitoraggio ambientale con il potenziamento delle capacità di controllo e conoscenza degli effetti dell’inquinamento atmosferico, la seconda è destinata alla valutazione dell’esposizione agli inquinanti che impattano sulla popolazione Taranto. La terza macro-area è dedicata alla sorveglianza sanitaria con percorsi per migliorare la prevenzione e l’assistenza, la quarta è destinata alla sorveglianza epidemiologica per valutare gli attuali effetti sanitari associati all’inquinamento atmosferico e la quinta riguarda la comunicazione e la formazione del personale. “L’Asl – ha precisato Bisceglia – ha già avviato iniziative di condivisione con medici di medicina generale che verranno strutturate in un secondo momento. Sono ben venti le linee di intervento attivate fino ad oggi, a cui si aggiungono quelle per i territori di Brindisi e di Lecce essenzialmente legate al monitoraggio ambientale e alla sorveglianza epidemiologica”.
SCREENING SU 300 BAMBINI – “Abbiamo ‘arruolato’ con l’Istituto superiore della sanità, i colleghi locali e l’Università di Brescia, finora 150 bambini e arriveremo a 300 che saranno sottoposti a test nelle scuole di tre aree della città”, ha aggiunto Conversano spiegando una delle attività di screening previste dal Centro salute e ambiente. “Una più vicina alla grande industria, una intermedia e una più distante. In questo modo potremo vedere quanto la presenza degli inquinanti, come i metalli pesanti, possa influire sul loro sviluppo neurocognitivo e comportamentale”. “Il Dipartimento di salute mentale – ha spiegato – prenderà in carico questo problema. Non è uno studio solo conoscitivo, ma porterà l’Asl a sviluppare quegli interventi di prevenzione e assistenza che sono fondamentali per attenuare più precocemente il fenomeno. Il biomonitoraggio è essenziale per sapere sempre di più quello che esce dall’industria e quello che ricade nel terreno. Cerchiamo di sapere quello che abbiamo accumulato in questi anni all’interno del nostro territorio”.
LO STUDIO SUL LATTE MATERNO – Oltre allo screening nell’età evolutiva, negli allevatori e nei cittadini del rione Tamburi, il più vicino all’Ilva, è stato evidenziato quello del latte materno. “Ma questo progetto – ha puntualizzato Conversano – per ora è congelato perché rientra nella prescrizione 93 dell’Aia Ilva”. Un altro studio che si sta definendo è quello dell’endometriosi. “Le attiviste dell’associazione – ha sottolineato il dirigente Asl – stanno lavorando con noi per il reclutamento delle donne per uno studio difficile ma indispensabile”. Infine, prosegue il controllo avviato nel 2008 per rilevare la presenza dei contaminanti negli allevamenti e negli alimenti. “Nel 2014 – ha concluso Conversano – sono stati 408 i campioni prelevati ma solo il 6% ha dato esito positivo in relazione all’inquinamento dell’area industriale. Questo è dovuto anche al fermo dell’allevamento dei mitili nel primo seno del mar Piccolo e al divieto di pascolo dopo l’abbattimento di ovini e caprini”.
VENDOLA: “MODELLO PER TUTTA ITALIA” – “Il Centro salute ambiente può diventare un modello per tutta Italia – ha detto il governatore Vendola – credo sia molto avanzata un’attività di screening sulle patologie più rilevanti che hanno a che fare anche con l’inquinamento della città di Taranto. Abbiamo bisogno – ha detto ancora – di uscire dalla paura e di entrare nell’area della conoscenza, dobbiamo sapere esattamente la composizione di tutto quello che arreca pregiudizio alla salute dei cittadini, dobbiamo aiutare i cittadini ad avere atteggiamenti e stili di vita compatibili con una buona salute. Quindi, si tratta da un lato di intervenire sulle grandi fonti d’inquinamento dell’area industriale, dall’altro di intervenire anche sulla vita quotidiana con modelli nutrizionali o stili di vita, a partire dal rifiuto del fumo, che possano aiutare a guadagnare salute”. “Il Registro tumori – ha aggiunto Vendola – è uno dei più evoluti, avanzati e meglio accreditati di tutto il nostro paese. Insomma, non è tutto fermo a Taranto, si va avanti con un lavoro durissimo, in profondità, con il coinvolgimento degli operatori sanitari, dei cittadini, delle associazioni, del Tribunale dei diritti del malato. Credo che Taranto abbia energie e risorse straordinarie che vanno finalmente liberate. Non si può dire solamente tutto il male, qualche volta bisogna dire anche tutto il bene di questa città”.
In merito al suo coinvolgimento nell’inchiesta sull’Ilva ‘Ambiente svenduto’, Vendola ha precisato che non è “mai mancato a tutti gli appuntamenti istituzionali che riguardavano il destino diella città e che riguardavano anche il destino dell’Ilva”. “Certo, naturalmente ho anche una sofferenza personale nei rapporti con una città che amo appassionatamente, visceralmente, che ho sognato sempre di poter aiutare a rimettersi in piedi e continuerò a lavorare per questo obiettivo”. Quando al decreto Ilva, Vendola ha ribadito che “se sarà modificato opportunamente potrà contribuire alla svolta di cui Taranto ha bisogno. Bisogna evitare però di giocare sul rispetto dei tempi delle prescrizioni, bisogna evitare di giocare anche a limitare i poteri della magistratura e bisogna fare uno sforzo in più per rendere credibile – ha concluso – tutto il pacchetto che riguarda l’Ilva e Taranto”.
Fonte: Repubblica.it