In tutti i luoghi ove si discute in modo intelligente e lungimirante della economia italiana, tutti concordano nell’affermare che, in ogni settore, la Nazione debba necessariamente presentarsi come coeso ed articolato “Sistema Italia”.
Ciò è ancora più importante quando come interlocutori abbiamo, sia come competitor che come committenti, nazioni extracomunitarie che, legittimamente, sono pronte a sfruttare ogni nostra criticità e debolezza a loro vantaggio.
Così nel mercato del trasporto marittimo il nostro Paese dovrebbe offrire un sistema portuale articolato con porti capaci di soddisfare le diverse esigenze delle società estere che operano nel trasporto marittimo, fronteggiando la concorrenza dei porti europei ed africani che affacciano sul Mediterraneo e che naturalmente operano “in rete”.
Purtroppo oggi l’Italia non è in grado di proporre una simile offerta in quanto la nostra Nazione sconta da un lato ritardi atavici causati da mille e uno legacci burocratici, e da un altro, la farraginosa legislazione in materia di appalti pubblici che rallenta l’ammodernamento dell’infrastrutturazione italiana.
In tale situazione sarebbe opportuno che gli Operatori del trasporto marittimo italiano, in primis chi gestisce i porti, intelligentemente facessero fronte comune per riuscire a realizzare (almeno nella portualità) il tanto agognato “Sistema Italia”.
Ma così non accade, almeno a Genova, dove il Presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo, dovendo realizzare nel suo porto una maxi-diga foranea, ha chiesto che il Governo dirotti su tale progetto i fondi destinati alle opere dei porti di Taranto e di Augusta!
La notizia è riportata dal quotidiano ligure Secolo XIX, secondo il quale per la costruzione della grandiosa diga foranea genovese, i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2016, occorrerebbe almeno un miliardo di euro.
Secondo il Presidente Luigi Merlo la decisione di riassegnare i fondi destinati al porto di Taranto a quello di Genova, dovrebbe avvenire in una generale riorganizzazione del piano nazionale della logistica dei porti che tenga conto dell’attuale movimento delle merci, una riorganizzazione nella quale il Presidente Merlo candida il porto di Genova quale «grande polo di attrazione per le navi di grandi dimensioni».
Ovviamente il Presidente Merlo si guarda bene dal dire che i traffici sul nostro porto si sono ridotti proprio in funzione degli importanti lavori che lo stanno interessando…
Quei lavori che trasformeranno il porto di Taranto in un grande hub in grado di intercettare i traffici provenienti dal Canale di Suez, un porto complementare non concorrenziale a quello di Genova, come a quello di Trieste, proprio in una intelligente visione della portualità funzionale al “Sistema Italia”.
L’esternazione di Luigi Merlo non è casuale, in quanto è avvenuta in prossimità della riunione convocata dal Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, a Roma il 9 febbraio prossimo, per discutere proprio del futuro della portualità italiana.
Ciò è assolutamente inaccettabile!
Mi auguro che il Presidente Merlo si ravveda e, soprattutto, che la Politica Pugliese e Nazionale comprenda appieno la strategicità della portualità jonica per il “Sistema Italia”.
Arnaldo Sala, Consigliere Regionale FI