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«Se nascevo nel 2000 l’amniocentesi mi fregava»: con queste poche parole, quanto intelligenti e sagaci, durante la trasmissione televisiva RAI “A sua immagine” Cristina Acquistapace, nata 41 anni fa con la sindrome di Down, ha colpito dritto al cuore quello che per la Chiesa è l’olocausto moderno: l’aborto.
Oggi è Suor Cristina Acquistapace, nella storia italiana la prima e unica persona affetta da sindrome di Down diventata suora laica consacrata all’Ordo Virginum.
L’ordine delle Vergini è una forma di vita consacrata mediante il proposito di verginità, nelle mani del Vescovo con rito solenne, e dedicata alla Chiesa; Cristina Acquistapace è entrata nell’Ordo Virginum nel 2006, una vocazione maturata con un’esperienza missionaria in Africa, fatta con una zia suora in Kenya.
Chi l’ha conosciuta riferisce di una persona mite, gentile, allegra. Cristina è molto di più: è una testimonianza vivente di cosa significa essere uno strumento di Dio a difesa della vita umana.
Il 3 maggio scorso, infatti, a Roma a Cristina Acquistapace è stato assegnato il premio “Una Vita per la Vita”, un riconoscimento istituito dalla Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” conferito a persone o istituzioni che hanno contribuito, in diversi ambiti, a valorizzare, amare, rispettare e difendere la vita umana.
Suor Cristina Acquistapace sarà domani, venerdì 6 giugno, alle ore 20.30 a Martina Franca, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi, per portare la sua straordinaria testimonianza di spiritualità e vita consacrata; ad accoglierla ci saranno il parroco don Luigi De Giorgio e Angela Castagna, presidente dell’associazione di volontariato A.M.A.R. Down Onlus che ha organizzato questa iniziativa con ingresso libero e gratuito.
Annunciando l’arrivo di Cristina Acquistapace a Martina Franca, Angela Castagna ha detto «è una persona straordinaria, un autentico esempio per tutte le persone affette da sindrome Down e per i loro familiari, perché è riuscita, nonostante le difficoltà che la sindrome di Down comporta, a raggiungere una meta molto difficile, quella della consacrazione».
«Nel momento in cui la senti parlare, rimani rapito – ha concluso Angela Castagna – e le sue parole arrivano dritte al cuore lasciando un ricordo indelebile, come quando ha spiegato in un’intervista che un figlio, in qualsiasi condizione nasce, è sempre un figlio di Dio, e anche se quel figlio potrà dare poco, non saprai mai quanto sarà importante».