Riceviamo e pubblichiamo
Si avvicina una nuova campagna elettorale, quella per le Europee, e puntualmente la Giunta Vendola fa ritornare di attualità il nuovo megaospedale tarantino la cui litania va avanti da circa nove anni. Per ammissione del Governo regionale, il lunghissimo iter per la costruzione del “San Cataldo” durerà non meno di sette anni, anche se è fin troppo facile immaginare che al momento sia impossibile prevedere quando il nuovo megaospedale tarantino entrerà in funzione: come sempre accade in Italia, infatti, tra probabili ricorsi al TAR, e attese di permessi e autorizzazioni di varia natura, i sette anni sono destinati ad aumentare esponenzialmente senza alcuna possibilità di prevedere la reale data dell’entrata in funzione nel nuovo nosocomio. Per questo, come già accaduto più volte in passato, torno a fare una domanda agli amministratori regionali e comunali di centrosinistra che malamente amministrano il nostro Territorio da troppi anni: per i prossimi dieci anni, ad andare bene, i Tarantini dovranno continuare ad essere curati in strutture sanitarie incapaci di soddisfare i Livelli essenziali di assistenza (Lea) previsti dal Ministero della Salute? E soprattutto: i troppi Tarantini malati di tumore, il cui numero è purtroppo destinato a crescere nei prossimi anni, per ricevere le cure chemioterapiche dovranno continuare ad aspettare per ore e ore nei corridoi dell’Ospedale “San Giuseppe Moscati”, o in quelli degli ospedali di Castellaneta e Manduria, nonostante gli encomiabili sforzi del personale tutto dei reparti di Oncologia ottimamente diretti dal Primario Dott. Salvatore Pisconti? Oggi a Taranto siamo di fronte a una vera emergenza sanitaria il cui tenore aumenta di giorno in giorno: se ne accorti tutti, solo a Bari sembra che la Regione Puglia non intenda affrontare con la dovuta attenzione e rapidità il triste fenomeno, rimandando il tutto alla futuribile realizzazione del “San Cataldo”. Ma, come ripeto da oltre tre anni in beata solitudine, sull’argomento ho anche presentato una interrogazione scritta, l’emergenza sanitaria a Taranto è oggi, non tra dieci anni quando forse sarà realizzato il nuovo ospedale: nel frattempo che fare? A Bari la Giunta Vendola intende continuare ad ignorare il problema? Eppure per potenziare adeguatamente le capacità dell’Ospedale Moscati basterebbe un investimento di pochi milioni di euro, gran parte già stanziati dal Ministero della Salute, partendo dall’acquisizione di un secondo Tomografo PET, eccezionale apparecchiatura per lo screening e la cura dei tumori che – i locali e le predisposizioni sono già pronte – potrebbe essere operativa in poco tempo: in tal modo si ridurrebbero veramente le interminabili “liste di attesa”, realizzando gli screening indispensabili per diagnosticare in tempo utile un tumore, soprattutto a favore dei Lavoratori della grande industria e dei cittadini delle zone più a rischio.Subito dopo andrebbero istituiti il reparto di chirurgia plastica, il reparto di chirurgia toracica, il reparto di pneumologia ed infine, andrebbe potenziata la cardiologia; tutti presidi indispensabili per un polo oncologico di eccellenza. Quando, e se, tra dieci anni sarà pronto il nuovo megaospedale San Cataldo, il Moscati potrà continuare a rivestire il ruolo di polo oncologico di eccellenza, o essere assorbito con competenze e know how straordinari nel nuovo nosocomio. È troppo chiedere che già tra due o tre anni i tarantini possano già avere in loco cure oncologiche adeguate senza subire disagi?
Arnaldo Sala – Consigliere Regionale FI